Fin dalla seconda metà 1600 tutto ciò che si sapeva della danza era in riferimento al rigore, alla tecnica esasperata e ad un estremo rispetto per le regole che sembravano immutabili e intoccabili. Ovviamente la danza classica, grazie a queste impostazioni ferree riuscì a raggiungere altissimi livelli.
A partire dalla fine del XIX secolo, con il termine danza moderna si definirono gli sviluppi della danza che diedero vita ad un nuovo modo di concepire la danza di scena, il tutto in contrapposizione al balletto classico-accademico. All’inizio del XX secolo, il desiderio di cambiamento portò allo sviluppo di due correnti: quella dei Ballets Russes che proponeva un rinnovamento dall’interno, e quella che sosteneva la creazione di una nuova danza. Nata quindi come ribellione nei confronti della rigida e schematica danza accademica, la danza moderna intendeva procedere alla ricerca di una danza libera, che inizialmente veniva praticata attraverso l’assolo, eseguito in spazi non teatrali al fine di contrastare lo sfarzo dei grandi balletti. Nei primi trent’anni del Novecento si assistette all’introduzione di numerose innovazioni per opera del compositore e didatta svizzero Jaques-Dalcroze, delle ballerine statunitensi Loïe Fuller, Isadora Duncan e Ruth St. Denis e della tedesca Mary Wigman, poi seguite da Martha Graham e Doris Humphrey, si imposero sulla scena mondiale sviluppando particolari stili di danza libera che poi diedero origine alla “modern dance” caratterizzata da una propria estetica e da propri schemi espressivi ed educativi. Non si trattava inizialmente di una rivolta volutamente contro, ma del risultato di una serie di cambiamenti del pensiero che trovarono una base feconda in particolare nelle teorie del francese François Delsarte, diffuse in America fra il 1830 e il 1870 tramite alcuni suoi allievi e discepoli. In Europa queste tendenze, importate e rielaborate da Émile Jaques-Dalcroze e Rudolf von Laban, segnarono la strada del cambiamento, corredate da metodi di insegnamento che gradualmente portarono all’affermazione della danza moderna e in particolare della danza espressionista.
La storia della danza moderna può essere quindi suddivisa in tre periodi:
• il periodo di rottura con il balletto classico e di ricerca, risalente alla fine del XIX secolo e inizi del XX.
• il periodo di definizione delle tecniche, tra gli anni trenta e gli anni quaranta.
• il periodo di innovazione, che va dal secondo dopoguerra ad oggi.
Ci puoi trovare anche su:
facebook youtube